L’arte vista attraverso gli occhi di Oscar Niemeyer


Oscar Ribeiro de Almeida de Niemeyer Soares, più comunemente conosciuto come Oscar Niemeyer, nasce nel 1907 a Rio de Janeiro dove frequenta la sezione di architettura della Escola National de Belas Artes che, dall’anno successivo è diretta dal modernista Lúcio Costa. Arricchisce poi la sua formazione studiando l’architettura coloniale e il barocco sudamericano, ma soprattutto gli scritti di Le Corbusier, vera fonte di ispirazione.Si laurea come ingegnere e architetto nel 1934 e nel 1936 apre la propria attività indipendente.

Nel 1931, ancora studente, entra nello studio di Lucio Costa come disegnatore. Questi guida il giovane Niemeyer e un gruppo di altri architetti mettendoli in contatto diretto con Le Corbusier con cui tralaltro collaborerà per la realizzazione di un giardino d'infanzia a Rio (1937)

Importante l’esordio sulla scena internazionale con il Padiglione Brasiliano alla Fiera di New York (1938), che a detta di Costa,adottava "un linguaggio di grazia ed eleganza, luminosità e fluidità spaziale, piani aperti, curve e muri liberi, nei quali il termine “Ionic” contrasta con il rigido stile dell'architettura modernista

Si segnalano tra le prime opere indipendenti il Grand Hotel di Ouro Preto (1940), dove elementi moderni si fondono con leggerezza a quelli tradizionali.
Ma è soprattutto con gli edifici dell’area suburbana di Pampulha, che comincia a definirsi il suo libero linguaggio fatto di 
“superfici curve, belle sensuali, capaci di suscitare emozioni diverse”

A Niemeyer si deve indiscutibilmente la formazione delle linee guida dell’architettura brasiliana moderna; leggerezza e semplicità, forte presenza di decori e simbolismi, il tutto all’insegna della monumentalità.

Si segnala una riflessione del progettista in merito alla sua poetica: "Ho sempre accettato e rispettato tutte le altre scuole di architettura: dal freddo e le strutture elementari di Mies van der Rohe all'immaginazione e al delirio di Gaudi. Devo progettare ciò che mi fa piacere in modo naturale legato alle mie radici e al paese della mia origine".

Continua Niemeyer: "La mia architettura ha seguito i vecchi esempi: la bellezza che prevale sui limiti della logica costruttiva. Il mio lavoro procedeva, indifferente alle inevitabili critiche mosse da chi si prende la briga di esaminare i minimi dettagli (...) Basti pensare a Le Corbusier che mi diceva una volta mentre ero sulla rampa del Congresso: "Qui c'è l'invenzione”.

Moltissimi i riconoscimenti internazionali, tra cui il Premio Pritzker (1988), il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (1996) e la Gold Metal del Royal Institute of British Architects (1998), l’UNESCO alla Cultura (2001).

Bisogna sempre far sì che un palazzo non assomigli a un altro. È lo stesso concetto dell'opera d'arte. Dove si guarda e ci si emoziona è perché si vede qualcosa di differente. L'architettura è invenzione. Il resto è ripetizione e non interessa» Oscar Niemeyer

 



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